Il patrimonio culturale della Liguria di Levante si è arricchito recentemente con un ritrovamento di dimensioni ridotte ma di grande importanza.
Verso la fine dell’estate alcune persone si sono rivolte alla neonata Società Storica Spezzina, cercando qualcuno che potesse dare indicazioni su uno “strano oggetto” metallico, rinvenuto casualmente nell’Alta Val di Vara. Intuito l’interesse del ritrovamento, i membri della Società hanno avvertito la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Genova e per le province di Imperia, La Spezia e Savona, mettendo in contatto l’Istituzione con gli scopritori.
Ne è nato un proficuo scambio di informazioni, che da un lato ha permesso agli esperti della Soprintendenza di effettuare un sopralluogo nell’area del ritrovamento e di raccogliere dati utili per lo studio del reperto, dall’altro ha dato occasione alle persone coinvolte di conoscere l’importanza dell’oggetto e la sua collocazione nella storia del territorio.
Perché in effetti di reperto archeologico si tratta: un’ascia in rame o bronzo – le analisi sono in corso –, con tagliente curvo e bordi rientranti, che si inserisce in una produzione ben nota per il Bronzo Antico europeo (2200-1800 a.C. circa). In Italia questi oggetti sono particolarmente ben documentati in Emilia Romagna, Lombardia, Trentino, ma sono presenti anche in altre regioni dell’Italia settentrionale e peninsulare. Spesso questi reperti risultano riconducibili ai così detti ripostigli, ovvero contenitori ricavati o deposti nel terreno lungo vie di percorrenza. Tali “depositi” sono variamente interpretati; essi potrebbero essere offerte votive o testimonianze di tesaurizzazione del metallo, per lo scambio o per il riutilizzo.
In Liguria fino ad oggi sono state segnalate solo due asce dello stesso tipo, entrambe nell’area di Sassello (SV), sull’Appennino ligure-piemontese, anch’esse da rinvenimenti fortuiti: si tratta dunque del primo ritrovamento di questo tipo nella Liguria orientale e ciò rende quest’ascia estremamente interessante.
Il reperto è stato consegnato alla Soprintendenza ligure, che si è attivata per il suo studio esaustivo; dopo l’intervento del restauratore, che ne ha ripulito le superfici, l’ascia è stata fotografata e disegnata, quindi sottoposta all’esame dell’archeologo; seguiranno analisi chimiche e tecnologiche per comprenderne la composizione e il processo di lavorazione.